Sono due domande che vengono spesso poste dai nuovi webdesigner, e in seconda anche dai clienti che non hanno la più pallida idea di quanto possa valere un sito. Ma noi siamo in grado di definirlo?
Stamattina ne ho lette di cotte e di crude, e mi sono fatta una mia idea, e a mio parere i parametri che determinano il costo di un sito sono (o perlomeno dovrebbero essere):
- esperienza del designer in termini di anni di lavoro (ma non di età). Quando questa supera almeno i 5 anni, soprattutto se trascorsi in collaborazione con aziende e clienti diretti, ha maggior valore sicuramente di 5 anni passati a fare un sito ogni 6 mesi per il panettiere di turno.
- esperienza del designer in termini di competenze acquisite. E qui potete facilmente elencare tutti i trucchetti che avete testato, le nuove tecnologie, i nuovi cms studiati e il prodotto finale che sapete offrire ai clienti ora piuttosto che quando avete iniziato.
- la velocità/qualità di esecuzione. Fare un sito in 6 mesi non è sintomo di attenzione e cura (a meno che non si tratti di sviluppare un cms o un’applicazione da zero). Viceversa sapere mettere online un sito in termini decenti (non per il giorno dopo, sia chiaro), non è sempre sintomo di superficialità, ma sintomo che chi sta lavorando ha capacità di problem solving, grazie alle conoscenze acquisite con l’esperienza. Vi ricordate di quando avete iniziato e perdevate ore a cercare un errore nella visualizzazione di un sito per poi scoprire che mancava un punto e virgola nel css? Parlo proprio di questo. Allora questa qualità va premiata, ed ecco perchè una tariffa oraria non è giustificabile in questo caso, altrimenti tutti i siti che si trascinano per anni per colpa del cliente avremmo dovuto farceli pagare oro, ma sappiamo che non è così.
Ho letto da qualche parte che il sito andrebbe valutato anche nei termini di ritorno economico da parte del cliente. Il che è una cosa in parte vera, ma è anche vero che non tutti i webdesigner sono tenuti a fare SEO, sebbene sia buona pratica fare un minimo di valutazione e di indicizzazione basilare con Google, giusto per comunicargli che il sito esiste. Va da sè che un sito di ecommerce che dovrebbe avere un ritorno economico più diretto, dovrebbe essere valutato più che un sito di presentazione, indipendentemente dai cms e dalla “fatica” effettiva per crearlo.
In realtà un sito fine a se stesso, se non corredato di una giusta promozione e strategie di seo e webmarketing, può valere quanto una brochure stampata ma mai divulgata. Ed ecco perchè i SEO (non tutti, sia chiaro) si fanno pagare anche fior di soldoni per il loro lavoro, talvolta usando anche strategie poco consone o corrette dal punto di vista del codice.
La mia considerazione finale sarebbe quella di non preparare noi un preventivo, ma di chiedere al cliente il budget di cui dispone, e in base a quello decidere se si può fare qualcosa per la sua attività e le stragegie da adottare. Perchè qui ragazzi, parliamo sempre di pubblicità, forse non ci siamo capiti. Un sito E’ pubblicità, e come tale va trattato, e deve essere gestito interamente come progetto, con tutto ciò che lo circonda. E come tale deve essere valutato economicamente. Perchè la creazione di un logo varia dalle 2.000 finanche ai 20.000 euro e un sito, la cui creazione richiede altrettante, se non maggiori, capacità tecniche e studio, e talvolta anche più figure tecniche, spesso viene valutato meno del valore di un logo.
Allora, quello che dico a me stessa e ai webdesigner giunti ad un certo livello di esperienza, (la quale purtroppo non è valutabile da altri se non dal cliente finale che deve essere soddisfatto), è che dopo aver fatto la gavetta per anni, da freelance o meno, giunge prima o poi il momento di farsi i conti in tasca e passare ad uno stadio successivo.
Se il primo stadio è quello di decidere se buttarsi nella professione, se vale la pena, se si guadagna un po’ e se si vuole crescere, lo stadio in cui ci si può trovare dopo 5 o più anni di esperienza è quello di dire: bene, ora so fare questo, questo e quest’altro, ho studiato, sono cresciuto e le mie competenze sono migliori che quelle di anni fa: perchè devo guadagnare la stessa cifra di quando ho iniziato? E dato che siamo noi i nostri datori di lavoro, chiediamoci un aumento di stipendio! Sono sicura che non rifiuteremo 😉
Alcuni clienti scapperanno, ma chiediamocelo: ci importa di fare 4 pagine in croce pagate da poveracci x 3 clienti al mese o ci da più soddisfazione un progetto portato avanti, studiato e in cui investiamo anche un po’ di noi stessi, che avrà successo grazie alle nostre competenze e pagato bene?
Ditemi la vostra!