Blog: ma i commenti esistono ancora?

E’ una domanda che mi vien posta spesso dai clienti o amici blogger, e talvolta rimango anche io senza giustificazioni apparenti.

Come è possibile che un sito da 10.000 visite al mese faccia lo stesso numero di commenti mensili di uno da 1.000?

Molti fattori possono incidere in questo “risultato” (lo metto volutamente fra virgolette perché non dovrebbe essere il nostro obbiettivo, ma certo ci piacerebbe un po’ di interazione in più ogni tanto vero?)

Le cause concatenanti possono essere diverse, ma principalmente, a mio avviso, la colpa è dei social network: spesso si preferisce infatti condividere un articolo letto con persone che si conoscono e commentarle insieme, piuttosto che lasciare un commento diretto all’autore dell’articolo (positivo o critico che sia).

Inoltre è più noioso dover inserire i propri dati ogni volta per lasciare un commento piuttosto che ritrovarsi già loggati grazie ad un’app che collega il blog al nostro account di Facebook o Twitter, oppure come Disqus, un network nel network, in cui ci si conosce fra utenti “commentatori” e ci si segue l’un l’altro.

Ciò che sblocca veramente l’utente e sdogana il commento risulta invece essere:

  • la popolarità del blogger e la voglia degli utenti di interagire con esso, seppure per un complimento
  • una richiesta di assistenza con risposta (aggiungete sempre un plugin che permetta l’iscrizione ai commenti in risposta)
  • una richiesta di chiarimento di alcuni punti o dettagli
  • la “cazzimma”, altrimenti definita come desiderio di contestare, di creare un flame o di distruggere l’idea formulata

Conclusione 1

Perciò a conclusione, se non siamo blogger o scrittori molto commentati, ma molto visitati, vuol dire che:

  • A. il nostro articolo è stato utile e letto (da verificare con le condivisioni social)
  • B. il nostro articolo ha lasciato indifferenti

Perciò non prendiamocela ma cerchiamo di migliorare magari il nostro “tone of voice“, cioè il nostro modo di scrivere, che magari possa diventare più amichevole, meno noioso e più “interattivo” (ed in questo mi includo anche io, che dopo anni di blogging vorrei migliorarmi).

Che non mi dicano pertanto i web marketer di concludere sempre l’articolo con una domanda rivolta all’utente, per invitarlo a commentare, perché la cosa a mio avviso non è poi così matematica.

Conclusione 2

Monitorare la condivisione sui social è un metro più attuale rispetto al numero di commenti, per valutare il successo di un articolo, ma non basate su quello che ottenete, l’importante è che il post sia visitato e letto.

Photo by Ryan Cheng on Unsplash

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