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L’intelligenza artificiale non è male, ma se non la regolamentiamo subito non finirà bene - Lauryn Web Design - Milano, Edimburgo e online

L’intelligenza artificiale non è male, ma se non la regolamentiamo subito non finirà bene

Questo è in sintesi il mio pensiero.

 

Guarda questa pubblicità della Upower, azienda italiana leader nelle scarpe infortunistiche da lavoro. https://www.youtube.com/watch?v=pGF7zhUfoYo&ab_channel=U-Power

Gerard Butler e John Travolta? Nella versione breve che mandano in tv spuntano così all’improvviso che giuro ho pensato: no ma non può essere, hanno usato l’intelligenza artificiale! Spoiler: no, hanno veramente pagato Gerard Butler e John Travolta per la pubblicità!

 

E ora guarda qui: Fake You è un sito che ti permette di utilizzare un tuo audio che viene letto con la voce reale di un personaggio famoso. Guarda qui https://www.youtube.com/shorts/SP7ke2GU5BQ

 

Questo è solo uno dei tanti esempi in cui l’intelligenza artificiale si applica nel digitale su qualsiasi cosa: video, audio, immagini, testi…

 

Attualmente l’intelligenza artificiale ha avuto un’escalation enorme, e d’altro canto ci sono intere schiere di artisti, scrittori, ma anche personaggi famosi che rischiano di finire in realtà distorte da mille scenari.

I diritti d’autore e la privacy

 

Artisti che vengono sostituiti da creazioni piene di errori e di scopiazzature da altri prodotti già pubblicati e presenti in rete, testi che sono generati in modo apparentemente stupefacente ma che non hanno niente di genuino o di divertente, e a seguito di alcuni testi recenti, anche con errori eclatanti, come informazioni e riferimenti storici.

 

Ho aspettato a dire la mia, ho aspettato di poterla utilizzare ma anche di vedere cosa usciva fuori dagli esperimenti altrui, e quello che ne esce non mi piace. Persone che apparentemente fanno soldi sulla base di libri interamente scritti dall’AI, grafici completamente soppiantati da risultati mediocri o apparentemente stupefacenti ma che sono stati rubati ad altri.

Il guaio enorme di tutto questo è uno solo: che ancora non è stato regolamentato nulla su questa meraviglia della tecnologia. Utilizziamo tutti i giorni Alexa, Siri o Google come assistenti, ma quello che sta uscendo fuori è completamente diverso da una ricerca informativa, sull’impostare un timer, richiamare una canzone da una app o chiamare qualcuno tramite comando vocale o ancora accendere e spegnere luci, lavatrice e tapparelle di casa.

 

Proprio in queste ore un Comitato Italiano sull’Intelligenza Artificiale sta tentando di redigere una regolamentazione, almeno localmente, su questo tema, e sono curiosa di ciò che ne uscirà.

La percezione del reale e virtuale

Quel che è messo in gioco a mio avviso è molto di più, ed è proprio la percezione del reale e del finto, che già si insinua nella mia personale quotidianità sulla vita informatica: sarà reale quella foto? Sarà vera questa news? Questo audio che ho sentito sarà vero o estrapolato e manipolato?

Non sono la sola a manifestare questo timore, tanto che lo stesso padre di ChatGPT è stato fatto fuori dal Consiglio di Amministrazione perché voleva correre troppo rispetto ai tempi, in cui effettivamente ancora non è stato regolamentato nulla in termini legali, e si ipotizza che prima o poi ci sarà un momento in cui o ci allontaneremo da tutto ciò che è virtuale perché non ci darà più la sicurezza che sia reale, tornando ad utilizzare mezzi antesignani, o ancora al contrario, disincanto e leggerezza nei confronti di tutto ciò che gira nel web, comprese notizie reali e tangibili.

E tu che ne pensi?

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